51-S/t, Mr.Milk


Mr.Milk gioca a fare l’essere umano, e spesso perde. Forse è malato“. Questa è la frase finale della biografia su Mr.Milk che mi è stata inviata. Da quel che ho ascoltato direi che è dannatamente sensibile, più che malato. Ho deciso di recensire quest’album dopo la mia lunga assenza perchè è musica sussurrata, per gente pensierosa da parte di gente pensierosa. Ed ho avuto un sacco da pensare, per adesso. S/t è diviso in 12 tracce per un totale di 37 minuti di chitarra acustica e voce, ogni tanto una doppia voce ma soprattutto tanti sentimenti. Mi ricorda molto la Jewel del primo album, “Pieces of you”: lavoro scarno e senza virtuosismi, cantato in punta di piedi ed arpeggiato, come farei io quando in un momento di tensione mi siedo sugli scalini e mi metto a suonare per me stesso. È intimo, quasi da cantastorie. La voce di Mr.Milk è delicata e sussurrata, le melodie sono particolari: sembrano avere la serenità di chi si è rassegnato ed ha accettato che le cose vanno come vanno. Non ci sono fronzoli, è un lavoro essenziale ma ben fatto: Bei testi vengono armonizzati fra il folk americano alla Joan Baez e dei retrogusti britannici, ottenendo un album compatto e col senso dell’unitarietà. Si parla di mostri del passato, di occasioni e di riflessioni. È un viaggio lunghissimo nella testa dell’autore, e denota la pienezza di chi torna dal viaggio con la stanchezza, la soddisfazione e l’insoddisfazione e si mette seduto a pensare a quel che si è appena concluso. Ottimo sottofondo, ottimo album della buonanotte ma anche album perfetto da ascoltare mentre tiri fuori l’album dei ricordi. Vedo bene molti dei pezzi come colonna sonora per qualche film, per i momenti struggenti.

Nonostante il mio pezzo preferito sia Calls and letters, la traccia 1, direi che quest’album è un soffio che può essere ascoltato tutto d’un fiato. Non consiglio nessuna traccia in particolare, quindi. O le consiglio tutte.

Consigliato a chi ascolta: il folk acustico di Joan Baez, Bob Dylan e Cat Stevens, Damien Rice, la Jewel dei primi due album, l’Eddie Vedder della colonna sonora di “Into the wild”, Jeff Buckley e Nick Drake, le escursioni più intimistiche di Ben Harper.

Informazioni su Rosario Balistreri

Biologist, secret agent, musician, lover, liar, photographer, jocker, writer, asshole, and so on... Something is true, something false. But, who cares?
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